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È stato un lungo viaggio.
La parola viaggio, potrebbe essere un sinonimo di vita.
Il primo giorno, quando ordini le idee e prepari tutto con la paura di dimenticare qualcosa, quando ancora non sei partito e già fai il conto alla rovescia dei giorni che mancano per tornare, quando hai voglia di vivere cose nuove, scoprire, conoscere, crescere, cambiare, migliorarti e vivere.
Dopo ogni viaggio, non si torna mai gli stessi.
Questo album, senza alcun dubbio è stato il mio viaggio più bello e allo stesso tempo più difficile.
Bello perché, ho scoperto un Manuel che non conoscevo, perché ho lavorato con persone fantastiche, perché sono ogni singola canzone del disco, perché ho trascorso notti senza dormire e più di una volta, cinquanta ore consecutive senza chiudere occhio, perché ho scritto tutti i miei brani in quelle notti dove il mondo dorme, ma la musica non aspetta il sole.
Perché ci ho messo anima e cuore, rabbia e frustrazione, voglia di vivere e voglia di essere orgoglioso di me stesso, fantasie e sogni, parole e note, corde di una chitarra e tasti di un pianoforte, sudore e lacrime, magia che ho trasformato in realtà.
Io non ho paura.
Ho smesso di avere paura circa sette anni fa, quando la vita mi ha dato un altra opportunità.
So, di avere una grande responsabilità.
Perché se un viaggio, ha un biglietto di andata ed uno di ritorno.
La musica, che sia una canzone, un album, non torna mai indietro.
Parte e li resta.
Qualcosa che è mio, lo lascio andare. Senza sapere dove o da chi arriverà.
E devi essere sicuro che sia abbastanza forte, per affrontare il mondo li fuori.
Quando un mio lavoro parte e comincia il suo viaggio nel mondo, l’unico modo per chiedergli di tornare a me, è vedervi cantare le mie canzoni sotto un palco, quando mi restituite con il sorriso qualcosa che io vi ho regalato con amore.
Solo in quei momenti torna a casa, torna a Manuel.
“SOBREV1VIEN7E” è il MIO DISCO.
Sono sopravvissuto alla morte.
Io la morte l’ho guardata in faccia e l’ho battuta, a voglia di vivere.
Il mio cuore che si era fermato, ha ricominciato a battere.
E non è poesia.
È vero. È successo davvero.
Sopravvissuto a tutte quelle persone che hanno cercato di distruggermi.
Di togliermi la musica, che mi hanno derubato, umiliato, trattato come fossi una cosa, un prodotto da scaffale, un numero su una cartellina dentro un ufficio con sedie di pelle e con loro, pagliacci mascherati a festa, nella loro perenne insoddisfazione personale.
Parlo di voi con il sorriso, oggi.
Anzi, vi ringrazio.
Vi ringrazio per avermi fatto vedere tutto ciò che la musica non è, tutto ciò che siete disposti a fare per raggiungere un obiettivo, giocatori sporchi, senza gloria.
Vi ringrazio perché siete anche voi parte portante del titolo del disco.
Io sono sopravvissuto anche a voi.
Che vi sentite squali ma in un acquario, che voi stessi avete costruito. Per proteggervi.
Nell’oceano, sareste pesciolini.
Che bello, non avere più rabbia. Non pensare più a tutto quello che mi avete rubato, con la frustrazione dei miei primi tempi, quando mi chiedevo: “ Ma perché a me? Cosa ho fatto?”.
Che bello non dover fare i vostri nomi, perché so che sapete.
So che sapete che sto parlando di voi.
E so anche, che ascolterete l’album intero.
Dopo aver visto la copertina, ovviamente.
Io la maschera non me la metto.
Sono Manuel, me stesso e ne vado fiero.
Sono sopravvissuto alla perdita della persona che mi ha amato come nessuno ha mai fatto.
Che mi ha lasciato senza avvisare, senza dirmi preparati che sarà dura.
E le ho dedicato una canzone.
Io non sono capace a descriverti, non potrei e non saprei.
Ma ho cercato di farlo, con il cuore.
E tu lo sai.
Sopravvissuto alle distanze.
A tre anni vissuti in Spagna, lontano dal mio mondo, dalla mia terra, dalla mia famiglia, dalla mia città e dalla mia musica.
Solo.
Quando sei solo, lontano da tutte le persone che ti amano, capisci tante cose.
Capisci quanto sia importante un abbraccio, un sorriso, una parola, un “ti voglio bene”.
Perché ti manca.
Ti manca tutto.
E ti manca tanto.
Sopravvissuto alla depressione.
Che cosa brutta la depressione.
Un tunnel nero, nero e ancora nero.
Ti toglie la voglia di vivere e di lottare, un motivo per svegliarti la mattina, la forza di combattere, di guardare il mondo negli occhi.
Ti senti inutile, per te, per gli altri, per il mondo.
Quasi un peso.
Ma ho lottato ed ho vinto.
Ne sono uscito più forte di prima e con la voglia di spaccare il mondo.
“SOPRAVVISUTO” racchiude questo e tante altre cose.
È un disco, difficile.
Perché difficile?
Perché è come se ogni volta che spingessi “Play”, venissi catapultato in un mondo differente.
Non sai quello che ti aspetta, non è simile al “mondo” che hai ascoltato prima.
Ogni traccia è qualcosa di nuovo, di diverso e da scoprire.
Potrei descrivervi nel dettaglio ogni cosa che ascolterete e che troverete nel disco.
Ma perché?
Perchè dovrei spiegarvi l’emozione di ogni canzone.
Chi sono io per farlo?
E soprattutto non saprei come fare.
Lascio a voi, emozionarvi, capire, scoprire, e viaggiare con la mia musica.
Però una cosa ve la voglio dire.
Ognuno di voi avrà la sua canzone preferita.
E come dicevo all’inizio, non ho paura.
Non ho paura che sia una, piuttosto che un altra.
Manuel è in tutte le canzoni.
Manuel è tutto quello che ascolterete.
Adesso, Play e…
Buon Viaggio, amici miei.
Ringrazio voi, che siete venuti in viaggio con me, dal primo giorno, fino all’ultimo, costruendo sogni.
Grazie a Fabrizio Paris, Fabiola Greco, PJ - Piergiorgio Palli, Veronica Surrentino, Mapo, Baba, Gianni Giacomini.
Grazie a PJBASSMAN STUDIO di Roma, per avermi fatto sentire a casa per 4 mesi. Grazie a Gianni Foti e TSCrecords.com per la distribuzione del disco in tutti gli angoli del globo.
Grazie alla mia famiglia prima di tutti.
Per ultimo, grazie a me.
Ma mai per ultima, grazie a TE.